lunedì 2 giugno 2008

Evelyn. Seconda parte


Vedrò Evelyn domani a cena. Non lo dico a T. Non credo che lei mi parlerà di questa storia. Primo, perché non sa che io so. Secondo, perché da quanto ho capito nella sua mente e nel suo cuore T. non ci è entrato nemmeno per sbaglio. Figuriamoci la storia ruvida e selvaggia tutta sesso, incontri clandestini e reggiseni presi a morsi.
C’è questa geniale canzone di Johnny Cash che si intitola “Flushed from the bathroom of your heart” che tra le varie strofe dice: “At the table of your love I got the brush off” e ancora “On the calendar of your events I’m last week”. Questo è il quadro. Briciole. Succede, no? Che non abbiate nemmeno voglia di sprecare inchiostro per far entrare qualcuno nella vostra agenda. Certo, il punto di vista di Evelyn potrebbe riservare sorprese. Ma non voglio prestarmi a patetiche cuciture di rapporti in cui manca persino la stoffa. Ma chi è Evelyn? Chi è questo sogno proibito che scrive messaggi alle tre di notte e porta la minigonna anche per andare in chiesa?
Ecco un breve identikit:
Stato civile: Fidanzata. Da un paio d’anni, con un tale che non ho mai visto. I suoi standard variano dall’esemplare tronista con berretto con visiera, al barista da spiaggia con ambizioni da animatore. Tipi asciutti, glabri e con le domeniche impegnate dalla squadra del cuore. Evelyn è il tipo di fidanzata mediamente presa. Di quelle che il rapporto se lo comandano. Di quelle mai costrette ad inseguire e col fucile ben saldo tra le braccia. Sa trattarti come un cesso ma senza tirare la catena.
La sua paura più grande: essere filmata di nascosto mentre fa sesso e venire a sapere che il video piccante sta girando su You Porn.
Fantasia sessuale: fare un pompino ad un Tuareg (rigorosamente Sagittario ascendente Capricorno) durante un concerto di Vasco Rossi. Sperando che qualcuno la riprenda e faccia girare il video su You Porn.
Tic ed idiosincrasie: Si fa leggere le carte da un’amica una volta al mese. Scarica da emule tutti i file che contengano il suo nome nel titolo per scongiurare la sua paura più grande. Ha un amico immaginario col quale si confessa quotidianamente ad alta voce. Ha un amico non immaginario con cui dorme almeno una volta al mese senza fare sesso. Il suo fidanzato ha cercato di spiegarle che la condivisione di uno spazio così intimo e circoscritto come un letto matrimoniale lo destabilizza e lo rende rabbioso di gelosia. Ma non ha avuto mai il coraggio di lasciarla per questo. Evidentemente crede alla storia della ronfata platonica. Lei invece è convinta di essere stata tradita con una donna che il suo tale ha conosciuto via chat. Ma non ha mai avuto voglia di tirare la catena suddetta.
Ho smesso di controllare l’orologio e ho spiaccicato il filtro della canna nel posacenere quando T. ha stravinto la gara della maglietta.
La gara della maglietta è una competizione nata una sera a cena con T. ed altri nostri amici. Ognuno di noi ha ricevuto i suoi bei due di picche da varie ragazze corteggiate senza ricevere in cambio nemmeno il minimo sindacale (vi lascio immaginare cosa sia). E quella sera pensammo che sarebbe stato divertente scrivere tutte queste grottesche frasi di rifiuto su una t-shirt.
Da “tu non mi meriti” a “ Stasera non posso più uscire perché devo dare da mangiare al mio coniglio”, da “con te ci parlo bene e basta ” a “farei sesso con te ma sono in un momento di transizione e ho giurato a me stessa che la prossima persona sarebbe stata una donna”.
Ce ne sono a bizzeffe, ma stanotte T. si merita la corona.
Mi dice: Evelyn mi ha scritto queste parole: “Ho fatto bene a non incoraggiarti per mettere le cose a posto e infatti adesso tutto funziona. Tu pensi alla tua fidanzata e non hai più distrazioni”.
Gli dico: Quindi ha salvaguardato la tua vita privata.
Mi dice: Sì, ma io mica glielo avevo chiesto.
Gli dico. Mi sa che è una cazzata.
Mi dice: Certo. Ma ad una che se ne esce con una motivazione del genere, che gli rispondi? Che gli fai?
Gli dico: un palo acceso nel culo?
Avevo dimenticato di dirvi che T. è fidanzato? Lo è. Mediamente preso, come Evelyn, ma senza la mano sul tasto dello sciacquone. I suoi standard variano dal tipo lotitesco con viso grazioso da bambina, al tipo barricadero che non mette la gonna nemmeno alla madonnina del presepe. Solitamente T. inizia un corteggiamento all’insegna del disimpegno e poi finisce per entrare in un tunnel di sofferenza senza vie d’uscita. Sa passare dal sogno del libertinaggio estremo, degno di un macho sciupafemmine, alla penombra esistenziale in cui si guarda allo specchio e si vede come uno schifoso freak da circo.
A volte penso che lui preferisca più essere desiderato che mettere in atto il desiderio stesso. Cioè, alla seguente situazione: ci sono due ragazze di cui una lo vuole e riesce ad andarci a letto e una che non lo vuole, preferisce quest’altra situazione: ci sono due ragazze che lo desiderano, lo chiamano e lo cercano e con cui può andare a letto in qualsiasi momento. Poi magari non ci va con nessuna delle due per eventi collaterali, però sente il suo ego irrobustirsi.
Tra l’ego robusto sempre e il pisello duro una volta sola, T. sceglie la prima opzione.
In quanto a fantasie sessuali, sia io che lui ne abbiamo da scriverci un libro.
Il suo immaginario erotico è decisamente prolifico. Ma lui ora è tutto concentrato sulla minigonna di Evelyn, da sollevare per un’incandescente scopata doggy-style in ascensore, in macchina, in un confessionale, nel bagno di un cinema (nel caso si sceglie un film italiano).
T. ride per la battuta del palo acceso nel culo. Io rido insieme a lui ma per le parole di Evelyn. Non è la sola cazzata che Evelyn gli ha detto secondo me, ma T. dovrebbe indossare una maglietta XXXL per contenerle tutte.

Metto su il caffè. E rispondo ad Evelyn.

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