martedì 6 ottobre 2009

Affittasi appartamento

Affittasi appartamento zona San Giovanni/Manzoni. Camera angolo cottura bagno vista panoramica. 550 euro. Tel. ****

Prima telefonata. Risponde una signora anziana.
- Salve. Ho letto l’annuncio dell’appartamento a San Giovanni, sarei interessato, posso prendere un appuntamento per vederla?
- Ma è per lei o per una ragazza?
- Per me.
- Ah! Uhm. E che lavoro fa?
- Lavoro per un’azienda editoriale che vende servizi ai canali televisivi
- Eh?
- Faccio il giornalista
- Ah. Uhm. Richiami domani sera. La signora che ci stava si è portata via le chiavi.


La vecchina possiede probabilmente un curriculum da portinaia, ed è poco avvezza a quei mestieri che non si descrivono con una parola secca: idraulico, fornaio, elettricista, magnaccia. Appena ho letto l’annuncio su Porta Portese ho avuto subito il sospetto che fosse un appartamentino adatto a una squillo, ma considerando il prezzo e la zona, ho pensato di fare comunque un tentativo. Questo appartamento me lo immagino più come una mansarda, un buco da 20 mq coi bacarozzi striscianti dietro la carta da parati, l’odore stantio di una videoteca porno senza finestre e una abat jour col coprilume spelacchiato sul comodino.

Seconda Telefonata. Risponde la stessa persona.

- Salve. Ho letto l’annuncio dell’appartamento a San Giovanni, ho già chiamato ieri, sarei interessato, posso prendere un appuntamento per vederla?
- Ma è per lei o per una ragazza?
- Per me.
- Ah! Uhm. E che lavoro fa?
- Lavoro per un’azienda editoriale che vende servizi ai canali televisivi
- Eh?
- Faccio il giornalista
- Ah. Uhm. Richiami lunedì, che torna mia figlia.


La zona San Giovanni è affollata di prostitute. Questo lo so grazie alla pagina con l’elenco delle massaggiatrici sul Messaggero che è stata per anni una delle mie letture preferite. Una lettura rilassante, essendo un elenco di annunci, e una miniera d’oro per fervide fantasie. Dopo un po’ si comincia ad entrare in confidenza con il lessico scarno che in tre righe cerca di descriverti il tipo di prestazione che ti aspetta: esplosiva, completa, piedini dolcissimi, giochini meravigliosi.
Altri termini in voga negli annunci: statuaria, senza taboo, severa (per chi ama il siparietto padrona-schiavo), massaggio cinese, snella (questa mi è sempre piaciuta, perché per anni l’immaginario delle prostitute visualizzava quelle matrone ciccione sedute a via di Tor di Quinto su una sediola di legno accanto al fuocherello. Sono personaggi che ormai sono stati spazzati via ma che rendevano il ‘puttan tour’ l’equivalente di un safari felliniano). Sapere che troverai una snella è una garanzia, sebbene la snellezza sia relativa e trattandosi di vendita del corpo, è anche normale gonfiare il prodotto o, nel caso in questione sgonfiarlo. Mi fa ridere quando leggo la parola “disponibile” e penso: ci mancherebbe altro. Come se su un ipotetico annuncio di una funzione religiosa scrivessero “è prevista la comunione”. Qualcuna scrive anche “coccole”. Credo che sia per tranquillizzare il cliente timoroso di trovarsi una belva feroce che ti scaraventa sul letto e cinque minuti dopo ti dà un calcio in culo dopo averti spillato 100 euro . La parola coccole presuppone una certa calma, un incontro di sesso con tisana e chiacchierata incorporate, e curiosità sul cosa farai domani, come va il lavoro e fammi vedere una foto dei tuoi bambini. Insomma una scopata in santa pace, parcheggio blu permettendo.


Terza Telefonata. Ancora la vecchia

- Salve. Ho letto l’annuncio dell’appartamento a San Giovanni, ho già chiamato ieri, sarei interessato, posso prendere un appuntamento per vederla?
- Ma è per lei o per una ragazza?
- Per me.
- Ah! Uhm. E che lavoro fa?
- Lavoro per un’azienda editoriale che vende servizi ai canali televisivi
- Eh?
- Faccio il giornalista
- Le passo mia figlia
- Ah, è tornata! Grazie mille


- Sì?

- Salve. Ho letto l’annuncio dell’appartamento a San Giovanni, ho già chiamato ieri, sarei interessato, posso prendere un appuntamento per vederla?
(giuro di aver ripetuto sempre la stessa frase e sempre con lo stesso tono di voce)

- Ma è per lei o per una ragazza?
- Per me.
- Ah! Uhm. E che lavoro fa?
- Faccio il giornalista
- No, guardi NOI NON ABBIAMO BUONI RAPPORTI CON I GIORNALISTI. Arrivederci e buona ricerca.

Ecco, non so se mi ha fatto più ridere la mia disperata insistenza conclusasi con questa frase da rotocalco o la frase in sé. Per qualche minuto mi sono anche vantato con me stesso: al telefono devo proprio sembrare uno di quei reporter cazzutissimi che stanno portando avanti un’inchiesta sul campo. La signora avrà pensato di finire in una puntata de “Le Iene” con la voce contraffatta e le immagini supersgranate. Forse nemmeno era un appartamento per le prostitute, chissà. La voce della figlia suonava più come quella di un usuraia, una cravattara come si dice a Roma. Ma certe convinzioni è giusto conservarle e quindi so che per qualche giorno ho sfiorato l’ingresso in uno di questi luoghi leggendari, in cui, quando sei un adolescente, vorresti capitare per sbaglio o visitare solamente per vedere come sono fatte le ragazze, un puttan tour casalingo alla fine del quale poter scegliere la tua preferita.
Sarei proprio curioso di conoscere la prossima affittuaria di quell’appartamento. Sarà una frizzantissima moretta? Una severa con strepitoso decolletè? O una simpatica (due risate non guastano mai…) bolognese (da cui la barzelletta sui tortellini…)?
Meglio non indagare. Niente giornalismo d’inchiesta. Non si sa mai, potrei suonare il campanello e trovarmi di fronte una “Trans nera grandissime emozioni”. Quel grandissime lascia davvero poco spazio alla fantasie. E camminare rasente il muro con tutti quei bacarozzi non sarebbe davvero un’esperienza da sballo.